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In due anni l'azienda che produce i pupazzetti che spopolano sui social, Pop Mart, ha visto aumentare del 1.000% il valore delle sue azioni
Si vedono spuntare dalle borse e per molti sono un amuleto portafortuna. Chi è stato folgorato dall’amore per i Labubu sembra non poterne fare a meno. E lo sanno bene a Pechino, nel quartier generale di Pop Mart: è la società che nel 2019 ha scommesso sul disegno degli animaletti, trasformando quei tratti di penna in pupazzi diventati virali su TikTok. Pop Mart è quotata ad Hong Kong e negli ultimi due anni ha visto aumentare del 1.000% il valore delle sue azioni, una accelerazione che ha toccato punte del 1.200% nei 18 mesi chiusi a giugno. Insomma, chi ha investito mille dollari a gennaio 2024 se ne è ritrovati in tasca oltre 13mila.
I numeri della casa dei Labubu
Come sia stata possibile questa accelerazione lo racconta il bilancio di Pop Mart. I ricavi della società nel 2020 erano fermi a 2,5 miliardi di renminbi (300 milioni di euro, con il cambio di 0,12 euro ogni renminbi), valore aumentato gradualmente nel tempo fino ai 6,3 miliardi del 2023 (756 milioni). Il vero balzo c'è stato nel 2024, quando il fatturato di Pop Mart è raddoppiato oltre i 13 miliardi di renmimbi (1,56 miliardi di euro) e il risultato netto è triplicato, da 1 a 3,1 miliardi di renmimbi (400 milioni di euro). Nel mezzo c'è stata l'esplosione globale della mania Labubu.
Pop Mart non realizza solo questa tipologia di giocattolo, ma lo stesso gruppo chiarisce nella sua relazione al mercato l’importanza che hanno avuto gli animaletti nei conti di fine esercizio. “Il fenomeno globale di Labubu dello scorso anno ha portato il fatturato di The Monsters oltre i 3 miliardi di rmb”, facendo della categoria la principale dell’intera scuderia. Ciò che impressiona è la scalata dei piccoli mostri nel giro di appena dodici mesi: nel 2023 i Labubu valevano il 5,8% dei ricavi, con vendite inchiodate a 367 milioni di renminbi (44 milioni in euro). Un anno più tardi il valore del segmento è decuplicato arrivando a pesare il 23,3% del totale fatturato, oltre i 3 miliardi di vendite (400 milioni).